Museo Pigorini 
 

                

 

 
           
     
 

   • "Le testimonianze archeologiche più antiche, relative al territorio di Sgurgola, risalgono all' Eneolitico, o Età del rame. Nel 1879 fu rinvenuta infatti, mentre erano in corso lavori alla stazione ferroviaria, una tomba a grotticella con pianta circolare, provvista di ingresso laterale e di pozzetto. Il corredo e i resti umani rinvenuti sono attualmente esposti al Museo Preistorico Etnografico L. Pigorini a Roma.

Nella tomba era deposto un solo scheletro in posizione rannicchiata sul fianco sinistro. Il cranio, dolicomorfo, presenta tracce di colorazione rossa con cinabro. E' probabile che il colore rosso sia stato deposto sulle spoglie del defunto al momento del seppellimento, per nascondere il pallore della morte; successivamente il colore ha macchiato le ossa e alcuni elementi del corredo.

Questo era costituito da un vasetto lenticolare a breve collo cilindrico distinto, sedici cuspidi di freccia ad alette e peduncolo in selce, un pugnale triangolare in rame e un' ascia martello in pietra con foro per l' immanicazione ". (Progetto " Animazione Culturale e Turistica ", Sgurgola-Percorso monumentale, 1990, A.i.b.V.d.S.)

   • Dal museo riportiamo fedelmente quanto segue:

"L' Eneolitico in Italia è conosciuto sopratutto sulla base delle evidenze funerarie caratterizzate dalle sepolture ed inumazioni: nell' area centrale il principale aspetto culturale è quello di Rinaldone - dal nome della località nei pressi di Montefiascone (Viterbo) in cui furono individuate le prime sepolture - diffuso in Toscana meridionale, Lazio settentrionale ed Umbria e databile al pieno Eneolitico (2800-2500 a.c.).

La scarsità di testimonianze relative agli abitati, insieme alla presenza costante nelle sepolture maschili di armi (ascie-martello e testa di mazza in pietra; punte di frecce e pugnale in selce; pugnali ed asce in rame) hanno portato gli studiosi a ritenere che le genti di Rinaldone fossero gruppi a prevalente economia pastorale, i quali stagionalmente si spostavano a seguito delle greggi.

Nell' ambito della comunità la figura del guerriero rivestiva un ruolo importante. Una più attenta analisi dei rinvenimenti ha inoltre evidenziato l'importanza delle attività metallurgiche ed il controllo all' accesso dei giacimenti minerari in un' area geografica, quella della valle del fiume Fiora, che ne è particolarmente ricca. Elementi distintivi della cultura di Rinaldone sono le sepolture nelle cosidette tombe a 'grotticella artificiale' o a 'forno', scavate nella roccia, ed il vaso 'a fiasco' (un recipiente adatto a contenere liquidi che, nel rituale funerario, doveva svolgere una funzione particolare, probabilmente legata al viaggio verso il mondo dei defunti).

La presenza sia di oggetti di particolare pregio - sopratutto quelli metallici in questa fase ancora scarsamente diffusi - che di specifici rituali funerari induce ad ipotizzare l'esistenza di ruoli differenziati all'interno delle singole comunità ".

 
 
 
 
   
 
 

 

 

 
 

[ Monti Lepini Orientali ]